Giuseppe Bartorilla
  • Foto
  • Chi Sono
  • Contatti
MILANO FOTOPOETICA
Fotografie di Giuseppe Bartorilla, illustrazioni di Caterina Giorgetti, didascalie poetiche di Monica Marelli.

Una ragazza attraversa una città sconosciuta. É di una bellezza eterea, quasi incorporea. E incorporea - lo intuiamo dalle parole - è anche la sua memoria. La troviamo a cercare strade, ad attraversare ponti, a gestire incroci e a dondolarsi appesa al cielo. Anche quando scompare dalle immagini, si ha la sensazione che sia là, al nostro fianco, a suggerirci suggestioni o ad evocare dentro il bianco e nero un po' melanconico o le cromie spente la sua nostalgia per un posto che sogna, attraversa, intuisce, ma non riconosce. (qui potete trovare Milano Fotopoetica)

Vedevi cose che nessun altro capiva. Così la morte diventava arte,
una gita un po' strana in un pomeriggio di sole, una leggerezza inaspettata.
Cimitero Monumentale

Lo sguardo della mia città è su di me veloce, breve, quasi infinito.
Piazza Giulio Cesare

Il nostro amore è stato una recita senza repliche. Senti gli applausi?
Corso Vercelli

Per te, i balconi di Milano erano cassetti aperti pieni di sogni pronti a volare via.
La darsena

Troppe volte sono stata su binari opposti, divergenti, lontani.
Troppe volte avrei voluto seguiti e ritrovarti. Dov'è la mia strada?
Tra via Vigevano e via Gorizia

Siediti qui accanto a me. Mentre l'aria fresca scivola sul tuo viso stanco,
le nostre parole cadono ovunque sul prato e sulla polvere.
Rotonda della Besana

Ci sono giorni in cui le case morsicano il cielo. E io rimango ad ascoltare il rumore delle nuvole spezzate.
Verso via Missaglia

La mancanza di te è solida come questo cemento, ruvida come il selciato, senza uscita come questo muro.
E rimango sospesa aspettando un tuo abbraccio.
Via Morghen angolo via Bovisasca

ECCO COME TUTTO EBBE INIZIO
La luna la osservava piccina sostando in mezzo alla nebbia, in attesa di lasciar spazio ad un sole che, quasi certamente, non avrebbe mai fatto capolino in quel grigio mattino. E lontana e piccina era lei, in quell’orizzonte di goccioline d'acqua appese al freddo del primo autunno. Si guardarono, la ragazza e la luna, come per un ultimo e inutile saluto...

Amore guardami da vicino, entra nei miei occhi e perditi nel mio cuore. E non uscire mai più.
Museo del 900

Ci sono giorni in cui i semafori sono occhi alieni che mi fissano perplessi.
Loro non sanno che la straniera sono io
Piazza Buonarroti

Così poco cielo per sognare su questo scintillante inferno per vivere.
Piazza S.Babila